Villa Adriana tra magnificienza e degrado

Villa Adriana fra magnificenza e degrado Nonostante la stagione non sia la migliore per la visita, in questi giorni ho scoperto per la prima volta la domus dell’imperatore Adriano situata ai piedi di Tivoli, ed immersa in una posizione davvero invidiabile fra i monti tiburtini. Dichiarata Patrimonio dell’Unesco dal 1999 con questa motivazione: « Villa Adriana è un capolavoro che riunisce in maniera unica le forme più alte di espressione delle culture materiali dell'antico mondo mediterraneo. Lo studio dei monumenti che compongono la Villa Adriana ha svolto un ruolo decisivo nella scoperta degli elementi dell'architettura classica da parte degli architetti del Rinascimento e del Barocco. Essa ha, inoltre, profondamente influenzato un gran numero di architetti e disegnatori del XIX e del XX secolo. » La dimora oggi è in uno stato di degrado ed abbandono. Alle 9 di mattina solo qualche turista americano è già in attesa dell’apertura delle casse, il biglietto costa € 8 (ricordiamo che al Louvre di Parigi il costo va dagli 11 ai 15 euro). Entriamo attraverso dei tornelli rotti che girano inoltre in senso inverso. Nessuna indicazione ci permette di capire dove dirigerci se non le indicazioni su richiesta ai giardinieri. Ci inoltriamo su per una salita immersi nel verde degli ulivi e dopo circa 300 mt davanti ai nostri occhi si staglia un enorme muro di mattoncini rossi allineati con sapiente arte. Sono i resti del Pecile, un grandioso portico rettangolare circondato da giardini e con una grande piscina. Inizia così la nostra visita: le tre esedre, le grandi terme, le piccole terme, il vestibolo, ad un certo punto girando un angolo inaspettatamente il Ninfeo, magnifico. La Villa comprende edifici residenziali, padiglioni, giardini, biblioteche, teatri. Occorre almeno un giorno intero per vederla tutta. Straordinaria la ricchezza delle decorazioni architettoniche e scultoree della villa. Le spoliazioni di marmi, però sono avvenute già in età medioevale per reimpieghi di vario tipo, quasi tutti i principali musei e collezioni di Roma (musei vaticani, musei capitolini, museo nazionale romano, Quirinale) e del resto dell’Italia, nonché d’Europa, annoverano tra le loro opere esemplari provenienti da Villa Adriana. Le pavimentazioni ed i mosaici sono in parte visibili, tanto basta per capire l’antica magnificenza degli arredi. Nel 700 e 800 i grandi nobili ed intellettuali stranieri durante il grand tour d’Italia visitavano la villa e sparavano addirittura agli stucchi per procurarsi qualche souvenir. Dunque la privazione delle sue ricchezze è iniziata da molto tempo. Non ci sono indicazioni sufficienti per raggiungere la frazione di Villa Adriana, tanto meno mezzi di trasporto pubblico. No custodi a tutela di possibili malintenzionati. Basta guardare le recensioni su Trip Advisor nelle quali è sempre citata dai visitatori la scarsa manutenzione di questo bene comune. Inoltre solo lo scorso maggio è stata vinta la faticosa battaglia a contrasto della possibile apertura di una discarica a pochissimi metri dalla villa. A soli 300 mt da essa poi, è stato approvato durante gli anni 80 un progetto di lottizzazione di 120 mila cubi di cemento per la costruzione della residenza Tibur, senza rispettare la “buffer zone” imposta dall’Unesco e che prevede l’inedificabilità nelle vicinanze a tutela del monumento . Anticamente la villa si estendeva per circa 200 ettari, oggi sono solo 40, i restanti addirittura in proprietà di privati. Facendo una piccola ricerca su Google ci sono alcuni siti di privati relativi alla villa, e solo alla fine della prima pagina il sito ufficiale del ministero beni culturali online solo da questa primavera. Villa Adriana avrebbe bisogno oltre che di un’accurata manutenzione e di un degno restauro, anche di un’operazione di marketing mirata e rivolta all’estero. Non lasciamo che anche questa parte dell’immenso patrimonio artistico italiano resti dimenticata. E’ lì da 2000 anni resistendo alle intemperie del tempo. Come ci ricorda la Yourcenar l’Imperatore di Roma nella costruzione della sua casa ha infuso il suo messaggio più importante e noi eredi dovremmo esserne i protettori “ Mi sentivo responsabile della bellezza del mondo”.

Commenti