Un altro punto di vista....

Afrodite

“Secondo un’antica profezia, giungerà il giorno in cui lo spirito femminile si risveglierà dal lungo letargo e lotterà per cancellare odio e distruzione e dare infine origine ad un mondo di pace e armonia.”
“La profezia della Curandera” – di Hernan Huarache Mamani
Il mondo del cinema italiano, uno dei fiori all’occhiello del nostro Paese è in grandissima difficoltà, quasi morente direi con  giganti del web come competitors. Netflix e Amazon spenderanno 10,5 miliardi di dollari nel settore a breve. Apple e Facebook  stanno facendo il proprio ingresso nel settore accanto a YT Red e Hulu. Un miliardo ciascuno di investimenti nel 2018 in produzione e acquisto di contenuti audiovisivi. Per non parlare del mondo dei videogiochi con 1,6 miliardi di fatturato in Italia. Le categorie professionali dell’audiovisivo rimangono stabili nella componente manageriale, mentre sono in calo gli artisti impegnati. Nel 2014 gli occupati più stabilizzati nel cinema (90 giorni circa) sono circa 21mila e rappresentano solo il 28% dell’intero comparto. Dunque migliaia di operatori disoccupati e precari che ormai lavorano solo su produzioni farlocche e poco serie, improvvisate spesso, che producono film a basso budget, e che la maggior parte delle volte non escono nelle sale o con una scarsa distribuzione, ma soprattutto che non pagano gli addetti ai lavori. Schiere di professionisti del settore che aspettano i compensi per mesi e costretti ad inseguire la produzione per essere retribuiti. Fatica estenuante. Uno su tutti il caso del reparto scenografia  del film “Chiamami con il tuo nome” che ha inoltre ottenuto tre candidature al Golden Globe 2018 e quattro candidature agli Oscar 2018. Questi signori hanno dovuto ricorrere ai sindacati per la rimunerazione! Per non parlare poi di diarie, paga inferiore al minimo sindacale, e tante altre mancanze.
Il cinema è stato sempre un lavoro molto ambito, perché prestigioso, perché permetteva sebbene precario per natura, di guadagnare grosse cifre, che avrebbero consentito di vivere di rendita per qualche mese durante i periodi di riposo, di girare il mondo, di avere contatti con stars e ambienti di solito inaccessibili ad una persona normale. Per questo motivo, ci sono sempre state delle cerchie ristrette, anche parentali, in India per esempio appartenenti alla stessa grande famiglia si occupano di cinema, un po’ come le famiglie circensi. E’ sempre stato difficile “entrare nel giro”, ed è inoltre un lavoro che funziona “a chiamata”. Dai fasti degli anni 50/60/70 siamo passati ad oggi, e soprattutto nell’ultimo ventennio a quantità esigue di produzioni e ad uno smantellamento vero e proprio di tutto il settore, vedi ad esempio la nuova gestione degli studios di Cinecittà. Allo stesso tempo con la ribalta del mezzo televisivo e il ventennio berlusconiano e con l’ostentazione dell’apparire, tutta una generazione ha pensato di riversarsi nel mondo dello spettacolo, schiere di soubrette e operatori del settore in cerca d’autore. E così oltre alle famose scuole di cinema (Centro sperimentale di cinematografia, Istituto Rossellini, Accademia d’arte drammatica di Roma e poche altre su Bologna, Milano, Napoli) dove venivano insegnati i mestieri, ne sono nate tante altre per la grande richiesta proveniente dal mercato. Ebbene, riuscire a campare di questo lavoro è più arduo che per una carpa risalire la cascata per diventare un drago, come nella parabola buddista della porta del drago!
Il mio professore di Storia e critica del cinema all’Università ce lo disse alla prima lezione “ Se non siete veramente motivati, non continuate perché solo uno su mille ce la fa”. Alla seconda lezione eravamo almeno dimezzati.
Per chi poi lavora sul set ci sono tutta una serie di norme comportamentali da imparare, esiste una gerarchia e un rispetto assoluto dei ruoli che può davvero essere paragonata a quella militare, salire di grado significa non doversi occupare più di alcune cose, poiché il lavoro è altamente specializzato, suddiviso per reparti, e si comincia con la gavetta, come viene rappresentato e incarnato nella serie televisiva Boris, da “Seppia” lo stagista-schiavo, il vessato per eccellenza, l’ultima ruota del carro! E da tutti gli altri personaggi, Sergio il produttore compreso, davvero l’esatta fotografia di quella che è la situazione. Resta comunque un lavoro di squadra, dove ogni tassello è importante e svolge la sua parte per la realizzazione dell’unico obiettivo, il film. Sul set però chi domina in assoluto è il Regista, è quello che comanda e quello che tutti temono, sia uomini che donne, tanto da incutere anche terrore alle volte, poiché può mandare via dal set. Clima di sudditanza. Ci sono tanti registi che sebbene maestri nella loro arte, sono dal punto di vista umano persone molto discutibili, ovvero trattano malissimo i sottoposti. Ma questo succede sempre in chi accentra il potere. Ci sono anche registi che capiscono ben poco di grammatica filmica o che non hanno cognizione alcuna del montaggio, e che senza l’aiuto di un buon direttore della fotografia non sarebbero nemmeno in grado di girare un’inquadratura, e che lavorano solo perché raccomandati con gli agganci giusti.
Ad oggi comunque, con il passaggio dalla pellicola al digitale, con le nuove tecnologie che permettono di girare uno short film anche con un cellulare di ultima generazione, con le persone che si improvvisano senza avere grosse competenze, il mercato dell’audiovisivo è ormai in crisi e le maestranze sono molto sfruttate, come da esempio riportato sopra.
Resta il bisogno di esprimersi, di raccontare una storia per immagini, di comunicare, ma mancano set davvero importanti, non ci sono più grosse produzioni, le film commissions stentano a promuovere il loro territorio, in alcune bravi dirigenti riescono ad attrarre investimenti, allo stesso tempo abbiamo a Roma una fetta di mercato delle comparse in mano ai Casamonica, e un personaggio come Carlo Verdone che per riuscire a farsi produrre l’ultimo film ha dovuto presentare sette soggetti a De Laurentis. Questo un piccolo quadro della situazione.
Ora vorrei passare all’altro scandalo che si è riversato addosso a questo settore da qualche mese col caso Weinstein arrivato da oltreoceano. Ovvero il produttore americano che si portava a letto le attrici per farle lavorare. Vorrei affrontare l’argomento in maniera obiettiva, la mia solidarietà va verso tutte le attrici che hanno subito delle molestie, come ad ogni donna che ha dovuto soggiacere e tacere in qualunque altro ambito lavorativo.
Ma Please, Darling non posso continuare a sentire tutta questa ipocrisia o affermazioni del tipo “hanno avuto il coraggio di parlare"??? Questo, no.
Le attrici, ovvero persone che per lavoro hanno scelto di interpretare un ruolo, non sono di certo verginelle della prima ora. Tutti sanno che in questo ambiente, spesso funziona così, ma di certo nessuno è obbligato per lavorare ad accettare determinate condizioni se non piacciono. Del resto già nel libro "Il sofà del produttore"  A. Selwyn e D. Ford raccontano gli eccessi dell'industria cinematografica americana. Dunque si sceglie deliberatamente, chiaramente non sto riferendomi alle vere e proprie violenze sessuali.
Quindi queste lagne e piagnistei appaiono ridicole, una nuova farsa, poco credibile perché si tratta di donne adulte, vaccinate e che sanno come va il mondo, emancipate ed intelligenti, e dunque non posso accettare ora che vengano denunciati fatti, tra l’altro accaduti tempo fa. Nel frattempo però, avete accettato di continuare a lavorare a queste patti, se non ti sta bene la prima volta, non continui.  Quindi se vuoi fare la "gheisha" diciamo, ti prendi le responsabilità che ne conseguono e non fai la vittima, perché accettando inoltre, non saprai mai se ti scelgono perché sei brava o perché ti sei concessa! Si può scegliere di percorrere una strada diversa, ma certo è sicuramente più difficile e non tutti sono disposti a fare sacrifici, bensì pensano ad ottenere successo e fama in breve tempo e senza fatica.
Qualche anno fa Lorella Zanardo scrisse un libro e dopo girò un documentario molto interessante sulla mercificazione del corpo della donna. E fece anche un buon lavoro di portatrice del messaggio nelle scuole.
Credo che tutte queste attrici lo abbiano visto.
La verità è che viviamo in una società ancora completamente maschilista, dove dopo gli anni del femminismo, la donna che cercava il suo posto nel mondo ha anche spaventato l’uomo, il quale non si sente spesso alla sua altezza, quando essa si realizza. Ma un rapporto deve essere equilibrato e fonte di crescita per entrambi, senza competizione e con uno stimolo reciproco alla crescita appunto e la gioia per i successi dell’altro. L’uomo invece cerca di schiacciare la personalità della donna e renderla succube, attraverso l’atto sessuale. La molestia, gesto esecrabile, non ha nulla a che vedere col corteggiamento.
Ma dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna, così si dice.
La verginità addirittura un tempo era l’unico valore della donna, perso il quale ella perdeva sul libero mercato dello scambio matrimoniale. Ve la ricordate Monica Vitti nella “Ragazza con la pistola” in cerca di difendere il suo onore e riacquistare la sua dignità? Lo stesso sguardo maschile era un attentato alla verginità. Concetto inconcepibile per una quindicenne di oggi, la quale vive questa condizione come un fardello di cui liberarsi.
Quindi donne tutelate e valorizzate il vostro bene più grande. Non bisogna essere retrò, ma attraverso il sesso potreste portare l’uomo in un diverso stato di consapevolezza, il sesso è sacro e rappresenta l’unione di due, che diventano uno, nel raggiungimento dell’armonia.


Concludo augurando a tutte le donne di diventare portatrici di luce e con le parole di Hernàn Huarache Mamani, dalla “Profezia della Curandera”:
“La natura ti ha dotato di un potente potere: la sessualità.
La sessualità non si riduce semplicemente all’organo sessuale, ma è soprattutto energia che si esprime sotto forma di pensiero, di movimento, di sentimento e di passione.
Il sesso serve per generare e rigenerare, per ricreare e per elevare spiritualmente. Il corpo della donna attrae l’uomo perchè racchiude una spirale d’ energia di natura divina: dentro di lei giace, avvolto su se stesso, un serpente di energia.
Ciò che attrae non è solamente la sua bellezza fisica ma, soprattutto l’energia che si muove dentro di lei. Si tratta di un’energia sottile, più penetrante e quindi più potente di quella maschile…
L’uomo ne sente attratto e, durante l’incontro sessuale la può sentire con maggiore intensità…
Dovrai imparare a muovere questa energia attraverso tutti gli organi del tuo corpo; essa dovrà fluire liberamente dentro di te e trasformarti dal di dentro in una donna di luce…
Dovrai cercare di far nascere nell’uomo un sentimento d’amore profondo….un sentimento che dovrà essere fisico, mentale e spirituale al tempo stesso…
Questo ti porterà inevitabilmente ad un nuovo stato di coscienza: l’amore. Uomo e donna si avvicinano all’amore per vie diverse: gli uomini attraverso la porta del sesso, le donne attraverso quella del cuore.
L’appetito sessuale nell’uomo è molto intenso e può addirittura spingerlo alla violenza se la donna non si sottomette a lui.

Una donna che ha preso coscienza di sè non potrà mai essere violata se non vuole…“

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